Sempre più affamati

Dopo la vittoria della Carabao Cup, i nostri ragazzi sono stati chiamati a rispondere anche in FA Cup, contro un Norwich tanto disastroso in campionato, quanto motivato per andare avanti nel torneo più imprevedibile di tutti.

Unico reduce della formazione vittoriosa di domenica è il solo skipper Jordan Henderson, per il resto turnover forzato con seconde linee, con il ritorno di Alisson fra i pali e un recuperato Jota, ancora non al top della forma. Come l’intero percorso che ci ha portato alla finale della Carabao Cup, tutti i giocatori chiamati in causa hanno risposto presente e non hanno fatto rimpiangere i nostri titolari.

Milner, Henderson e Origi festeggiano un Minamino ancora una volta decisivo nelle coppe

Una delle tante armi del nostro gruppo, infatti, è che pur essendoci gerarchie evidenti, ognuno sa bene qual è il proprio ruolo, quali siano le proprie chance e come sfruttarle al meglio. Dietro tutto questo c’è il solito lavoro immenso di Klopp, che ha lanciato un messaggio evidente domenica, schierando Kelleher al posto di Alisson: ognuno può contribuire alla vittoria di un trofeo, se stimolato al massimo delle sue capacità, fino a ritagliarsi, meritatamente, un posticino speciale nella partita più importante del torneo. Dietro quella finale di Carabao Cup, infatti, ci sono stati i gol di Minamino e Origi, le parate di Kelleher e l’impegno e la concentrazione di ragazzini ancora acerbi come Morton o Neco Williams. Questi, sanno perfettamente che la vittoria è stata interamente merito loro, e ciò ha contribuito a far crescere ancor di più la loro consapevolezza e maturità, ma soprattutto a far comprendere il reale ruolo che ricoprono, solo apparentemente marginale.

Continuano a crescere i giovani come Tyler Morton in foto

Con tali premesse, e con l’entusiasmo e la dopamina ancora in circolo dopo la vittoria di domenica, era praticamente impossibile che oggi i nostri underdogs sarebbero scesi svogliati e appagati.

LA PARTITA

Dopo un iniziale dominio territoriale della metà campo dei canarini, il primo ad intimorire Krul è stato Curtis Jones, con un tiro da fuori area a giro, da una mattonella simile a quella del suo indimenticabile gol contro l’Everton di un paio di stagioni fa. Tiro che purtroppo scheggia la traversa, ma che accende la miccia. In bocca al lupo ai canarini.

Poco dopo, infatti, nel giro di dieci minuti, un uno-due devastante di Minamino mette in discesa il match ancor prima della pausa. Merito del primo gol va anche a Tsimikas, costantemente proiettato in fase offensiva, e soprattutto a Origi, che non si è lasciato ingolosire dal cross del greco per provare la battuta, ma lucidamente è riuscito a notare il posizionamento migliore del giapponese, per servire l’assist della bordata che ha spaccato in due la porta. Dieci minuti dopo, da una posizione praticamente identica, “Takumi did it again”: calcio d’angolo battuto, respinto, raccolto dall’ex Salisburgo in area di rigore, che con una violenza lo scaglia sotto la traversa. Due a zero nel primo tempo e secondi quarantacinque minuti chiamati alla mera gestione del vantaggio. Eppure, non mancano le occasioni nitide per aggravare ancor di più la sconfitta dei canarini. Abbiamo già accennato di uno Jota ancora da recuperare del tutto. Il portoghese, infatti, fosse stato il vero diavoletto che era appena prima dell’infortunio, una delle due o tre palle gol che ha avuto l’avrebbe sicuramente trasformata in rete. Va detto, tuttavia, che ha sicuramente giocato più lontano dalla porta, in quanto ad occupare il centro dell’area c’è stato un umile, ma onesto, Divock.

Ennesima prova di Luis Díaz di alto livello

Da menzionare inoltre, una prova mastodontica dei due centrali Gomez e Konaté, che hanno letteralmente bullizzato prima Pukki, poi il subentrato Sargent. La linea di difesa altissima, sommata alla velocità e forza fisica straripante dei nostri centrali, di “scorta”, ha praticamente reso ingiocabile qualsiasi azione offensiva del Norwich. Ieri era nitida l’idea che due difensori del genere potrebbero esser titolari nel 70% delle squadre di Premier, e che soprattutto sarebbero in grado di sostituire in scioltezza le nostre due colonne titolari. Chi, come loro, sicuramente non sfigurerebbe tra i titolari è anche Harvey Elliott, che settimana dopo settimana sembra esser tornato ai livelli di inizio stagione, prima che involontariamente Struijk gli sfigurò la caviglia. È commovente vederlo già recuperato dopo un infortunio del genere, ed è altrettanto spiazzante vederlo così tonico, arzillo, ma soprattutto coraggioso. Mai un contrasto in cui non ci mettesse grinta, mai un movimento sbagliato fra le linee, mai uno scatto negato in profondità perché ormai la vittoria sembrava cosa fatta, e soprattutto mai una giocata non ragionata. I crampi di Giannoulis al 70′ è la fotografia del rullo compressore che è stata la nostra corsia di destra, composta da Elliott, Minamino e Milner.

Unico pelo nell’uovo di un match controllato con sapiente maturità calcistica da parte nostra, il gol di Rupp al 75′, un vero e proprio jolly pescato da fuori area, dove il tedesco si è riuscito a far trovare smarcato fra le linee. Gol che, tuttavia, non ci scalfisce minimamente dal punto di vista psicologico e che non può invertire l’inerzia del match.


Ancora una volta quindi, le nostre seconde linee si sono fatte trovare pronte, ma soprattutto sembrano esser affiatati fra loro come se giocassero assieme da tempo. Pare che finalmente abbiamo ottenuto l’ultimo tassello che ci mancava qualche annetto: una seconda squadra a tutti gli effetti, con una sua identità, che pare colmare sicuramente il dislivello tecnico che c’è con i nostri titolarissimi.

È fondamentale infine ribadire che la vera arma di questo secondo gruppo è il fatto che non crei alcun disordine interno, che non sbilanci l’equilibrio perfetto che c’è all’interno del nostro spogliatoio. Come detto, ognuno sa bene quale sia il suo ruolo all’interno della gerarchia, occupandolo con onore e sfruttandolo con la massima umiltà, che pare senza dubbio essere il minimo comune denominatore di un gruppo di ragazzi davvero speciale.

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Una risposta a “Sempre più affamati”

  1. Avatar Armando Todino

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