Testa alta ma non basta

Dopo la pausa Mondiale, i Reds erano subito attesi da un impegno difficilissimo, anzi dal più difficile possibile: la trasferta all’Etihad contro il City. Finisce con una sconfitta che purtroppo non ci permette di difendere la Carabao Cup.

Fare previsioni su questo match dopo la lunga pausa era impossibile, ma il persistere degli infortuni, una vera maledizione, non ci dava tante speranze alla vigilia, vista la formazione che Klopp è stato costretto a schierare.

PRIMO TEMPO

Il match fin da subito è in salita: dopo soli 30 secondi prima distrazione su un lancio per Haaland, che scatta indisturbato e ci grazia sbagliando un gol facile. Al minuto 6 è ancora il norvegese a scattare sulla destra e a servire una palla d’oro a Palmer che, lasciato incredibilmente solo, sbaglia un gol clamoroso a pochissimi metri dalla porta. Il gol è nell’aria e purtroppo non tarda a venire: al minuto 10 è De Bruyne a mettere la palla al centro dell’area, dove Haaland ci trafigge in spaccata approfittando di un’ennesima incertezza di Gomez.

Sembra che il Liverpool sia ormai schiacciato, invece dopo 4 minuti Salah serve un pallone d’oro a Darwin, che riesce a colpire il palo da un metro. Per fortuna si alza la bandierina, è dunque offside. I Reds, però, hanno un’altra fiammata al minuto 20, quando Matip serve Milner che smista una gran palla all’altezza del dischetto per Carvalho, che insacca il gol del pari con un rigore in movimento.

Ottima prestazione del giovane Carvalho, con un buon goal

Anche la difesa del City in questa occasione è tutt’altro che impeccabile, ma la partita è piacevole, perché entrambe le squadre concedono molti spazi e i minuti restanti del primo tempo ci regalano quattro occasioni, due per parte. Inizia il City che, in un solo minuto, costringe Kelleher a due grandi parate, prima su Gündoğan e poi su Aké, che ci graziano.

Negli ultimi 4 minuti è però Darwin a fallire due occasioni che avrebbero potuto regalarci il vantaggio: prima un destro dal limite sul filo del fuorigioco e poi un piatto destro clamoroso al centro dell’area si perdono a lato. Non possiamo forse tanto recriminare sul primo, ma sul secondo ci mangiamo le mani, anche perché dopo pochi secondi è arrivato il fischio di fine primo tempo.

SECONDO TEMPO

La ripresa inizia malissimo, perché alla prima occasione torniamo in svantaggio: perdiamo goffamente palla alla trequarti, Rodri pesca Maherz in area, che si beve Robertson con un dribbling secco e insacca.

Neanche il tempo di esultare e colpiamo con la più bella azione della serata. Splendida palla del neoentrato Oxlade-Chamberlain per Darwin, che serve Salah, che davanti al portiere non sbaglia. 2-2 e siamo ancora in corsa.

10 goals nelle ultime 16 partite disputate contro il City per l’egiziano

Purtroppo, la coperta è corta e la difesa balla. Al minuto 58, sugli sviluppi di un corner, con una difesa totalmente assente Aké salta di testa indisturbato e segna il gol del nuovo vantaggio. Un goal difficile da digerire per come è stato subito.

A questo punto la gara diventa abbastanza tesa e nervosa, ma rimontare per la terza volta diventa difficile, anche se al minuto 71 Núñez conferma la sua serata no fallendo l’occasione del pareggio. Purtroppo, questo sarà l’ultimo acuto del Liverpool, mentre il City sfiora il quarto gol con una bordata di De Bruyne murata da Fabinho e il secondo tentativo di Foden respinto dal sempre reattivo Kelleher. I minuti passano molto velocemente e si arriva alla conclusione.


Usciamo a testa alta dall’Etihad, nonostante la coperta cortissima e i problemi di formazione, ma la stagione si conferma tremendamente in salita. Adesso bisogna solo rimboccarsi le maniche e pensare all’insidiosa trasferta del Boxing Day contro l’Aston Villa e il suo nuovo manager Emery. Non si può più sbagliare, perché è fondamentale arrivare almeno al quarto posto, impresa per nulla facile.

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