All’assalto dei lupi

Cercare di fare una preview completa dello scontro di domani contro i Wolves al Moulineux è esercizio difficile.

Oltre per lo storico decision-making piuttosto incostante del nostro manager, il ritorno dal break internazionale delle Nazionali porta sempre con se un bel po’ di dubbi su come i manager imposteranno le loro formazioni nel turno di campionato che va a delinearsi e sicuramente sia Klopp che O’Neill devono fare molte valutazioni sulla forma di chi ha giocato partite ravvicinate in giro per l’Europa o addirittura oltre oceano.

I Reds prima della pausa viaggiavano con le vele spiegate dopo due vittorie elettrizzanti contro due squadre alla ricerca di uno status da big, come Newcastle e Aston Villa, che li ha lanciati verso la vetta della classifica, capeggiata dal solito Manchester City, con una punta di rammarico nel pensare al possibile primato condiviso se nell’esordio contro un Chelsea pieno di problemi, oltre che di debiti, si fosse usciti dallo Stamford Bridge coi tre punti.

Se la trasferta nel nord d’Inghilterra era stata un sali e scendi di emozioni, iniziata con lo svantaggio e l’espulsione immediata di capitan van Dijk e finita con la doppia esultanza di Núñez che ha permesso di replicare il sacco del St. James’ Park della scorsa stagione, il successivo impegno casalingo contro il Villa di Emery ha convinto tutti, con un rotondo 3-0 senza quasi sofferenze, nonostante una formazione alquanto rimaneggiata, stante la doppia assenza della coppia di centrali difensivi.

Nella sfida contro i Wolves, le scelte di Klopp diventano fondamentali, per dare continuità agli eccellenti risultati di questa mini striscia di vittorie, che si aggiunge a quella del finale di stagione scorsa (15 risultati utili complessivi), mantenere l’inerzia giusta e la contemporanea posizione di alta classifica, con un occhio a Londra dove il City farà visita all’indemoniato West Ham.

I due centrali difensivi saranno sicuramente ancora assenti, in quanto Virgil è stato fermato per un extra turno dalla Federazione e Konaté non ha pienamente recuperato dall’infortunio muscolare, per cui spazio alla coppia Matip-Gomez, su cui aleggiano molti dubbi di tenuta difensiva, ma che nella sfida al Villa ha permesso ad Alisson di chiudere il primo clean sheet stagionale, contro individualità offensiva decisamente pericolose.

Alexander-Arnold è fuori dai giochi, uscito malconcio dall’ultimo turno di Premier League dopo ottimi segnali rispetto alle amnesie soprattutto difensive viste nei precedenti turni. Ci sarebbe nuovamente spazio per il giovane Jarell Quansah dell’Academy, apparso in buona sintonia con il reparto negli spezzoni visti nelle vittorie contro Magpies e Villans.

Un turnover ci potrebbe essere anche negli altri reparti, nella mediana in quanto McAllister ha viaggiato su e giù dall’Argentina e potrebbe ricevere un po’ di riposo, dando spazio a Endo o addirittura all’esordio assoluto del neo arrivato Ryan Gravenberch, in attacco visto che Núñez è rientrato malconcio dal Sudamerica e Gakpo non sembra essere al massimo della forma, anche a causa degli spostamenti tattici a cui Klopp lo costringe, si pensa al ritorno di Diogo Jota al centro dell’attacco, messo un po’ in disparte dopo le prime due da titolare.

In linea di massima il lineup non dovrebbe discostarsi troppo dall’ultimo visto contro il Villa, con Jones inserito in mezzala sinistra e ancora convincente come nella striscia finale di partite della scorsa stagione, mister eleganza Szoboszlai a dispensare calcio e magari ancora gol, dopo la prima perla di Anfield e la coppia Salah-Díaz nei lati del tridente, con l’egiziano reduce dalle tante voci sul suo possibile trasferimento in Arabia, al quale la società ha sempre posto un veto piuttosto netto.

Il Wolverhampton del nuovo manager inglese, reduce da una bella salvezza con il Bournemouth, non è partito benissimo, tre sconfitte su quattro partite e unica vittoria proprio a Liverpool, sponda Everton, un po’ trovata visto il premio di MVP dato a Josè Sá. Oltre a questo sembra in notevole difficoltà nel trovare una quadratura offensiva che gli permetta di concretizzare nell’ultimo quarto di campo, un palleggio che al momento li vede superare lo stesso Liverpool nella percentuale di possesso. 

Il nuovo centravanti, Fábio Silva, che sostituisce il vecchio bomber Raúl Jiménez, finito al Fulham, non sembra essere una macchina da gol e ha qualche problema di finalizzazione nonostante faccia un buon lavoro di costruzione dell’azione da gol, per cui dei tre gol segnati nelle prime quattro di Premier, due sono venuti da Matheus Cunha, riscattato in estate per 50 milioni dall’Atletico di Madrid, messo da O’Neil a supporto della punta in un 4-4-1 molto inglese e forse poco aggressivo nella fase offensiva a ridosso dell’area avversaria.

Pedro Neto e Sarabia sono due ali abili a costruire l’azione, ma faticano a dare manforte nella conclusione e i due mediani, Gomes e Lemina hanno caratteristiche più dinamiche che di supporto alla fase finale dell’azione. Nell’esordio in casa i Wolves hanno subito una lezione di calcio dal Brighton di De Zerbi, che ha un potenziale offensivo simile a quello del Liverpool, oltre a prendere tre gol dal Palace di Roy Hogdson nell’ultimo turno, che non è notoriamente una squadra estremamente profilica, per cui se attaccati bene dovrebbero concedere azioni e conclusioni ai Reds, i quali dovranno essere abili, come sembra in questa stagione più che nelle passate, a finalizzare, anche in tempi brevi, per poi gestire l’incontro e le forze fisiche vista la situazione dell’infermeria come sempre affolata.

Testa al massimo, ricordandosi della debacle subita al Moulineux nell’ultimo confronto fra le due squadre, ricerca delle armi migliori per scardinare gli avversari e uscire con una vittoria che darebbe continuità e forse forse anche una visuale dall’alto di tutta la Premier League.

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