Il Liverpool non riesce nell’impresa di ribaltare il pesante e clamoroso 0-3 subìto ad Anfield la settimana scorsa dall’Atalanta e nonostante la vittoria di questa sera per 1-0 a Bergamo, dice addio all’Europa League.
Vanno in semifinale infatti i neroazzurri di Gasperini, semplicemente più cattivi, quadrati e affamati dei Reds nei complessivi 180 minuti in cui le due squadre si sono affrontate. Eliminazione, quella dei Reds, che sancisce la fine dell’era Klopp in Europa con il Liverpool, frutto di una prestazione di una squadra che sembrava l’esatto opposto del Liverpool ammirato in questi anni: squadra spenta, senza idee, senza coraggio, senza energia. Lo specchio del manager tedesco nell’intervista di qualche mese fa in cui annunciava al mondo che avrebbe lasciato la panchina dei Reds per sempre.
In campo il Liverpool ci è andato così:
PRIMO TEMPO
Eppure le cose si erano messe subito bene per il Liverpool: al 7’, infatti, il cross di Alexander-Arnold viene platealmente fermato dal braccio largo di Ruggeri che costringe l’arbitro francese Letexier ad assegnare il rigore. Salah dal dischetto non sbaglia e porta in vantaggio il Liverpool, dando speranza al settore ospiti e mettendo un po’ di nervosismo in tutto l’ambiente bergamasco.
Quattro minuti dopo è bellissima la sgroppata di Robertson sulla sinistra che poi serve Gakpo che con uno splendido tocco morbido libera in area Díaz che però viene chiuso all’ultimo dall’ottima uscita bassa di Musso che salva i suoi. I Reds spingono e sembrano aver ritrovato quella verve improvvisamente perduta nelle ultime gare.
Ci prova anche Szoboszlai ma il suo tiro deviato viene bloccato da Musso. L’Atalanta, nonostante giochi più bassa del solito, rischia e non rinuncia alla sua marcatura ad uomo ma i Reds, soprattutto in avanti, non ne approfittano e non riescono a vincere quasi mai un 1 contro 1. I bergamaschi, così, acquisiscono un po’ più di sicurezza e le occasioni per il Liverpool latitano. Fin quando al 38’, Salah, lanciato splendidamente da un pimpante Gakpo, si trova tutto solo verso la porta avversaria con Musso in uscita nella terra di nessuno. Il pallonetto sembra facile e scontato soprattutto per uno della qualità dell’egiziano, ma il suo tiro di malleolo che finisce abbondantemente fuori è il riassunto del brutto periodo che stanno passando lui e la squadra.
Occasione colossale per i ragazzi di Klopp, lo 0-2 avrebbe messo non poco pepe su questa qualificazione. Passato lo spavento l’Atalanta prova a rispondere in avanti, al 40’ trova anche il goal che però viene giustamente annullato per fuorigioco. Si chiude così la prima frazione di gioco che lascia non poche speranze al Liverpool.
SECONDO TEMPO
Nella ripresa ci si aspetta un Liverpool arrembante e invece sono i padroni di casa ad attaccare. Ederson, al 49’, raccoglie in area di rigore un pallone che Koopmeiners e Miranchuk quasi si litigano ma il suo tiro viene bloccato da Alisson. Sei minuti dopo è il Liverpool ad andare vicino al 2-0: tacco di Gakpo per Salah, ma tiro dell’egiziano spento e centrale che Musso respinge di piede. Viene segnalata poi una posizione di fuorigioco di Gakpo in partenza che però sembra non esserci, ma è tutto inutile perché comunque il Liverpool non riesce a segnare su azioni di movimento ormai dal nefasto 2-2 di Old Trafford in Premier League del 7 Aprile scorso.
Dopo questa occasione, il nulla cosmico. Il Liverpool si spegne completamente, gestendo il possesso palla come se fosse lei la squadra in vantaggio di 3-1. Il pallone sembra pesare 20 chili tra i piedi dei Reds che danno la sensazione di non avere più idee o energia per provarci. Nessun lancio lungo, nessuna seconda palla da lottare o conquistare. Nulla. L’Atalanta è ben contenta di presidiare il campo sempre più consapevole di portare a casa una qualificazione storica. Klopp prova a mischiare un po’ le carte, ma anche le sue scelte sembrano dettate dalla disperazione e non dalla lucidità.
Entrano Jota, Núñez, Elliott, escono Salah, Díaz e Szoboszlai. Ma non cambia nulla, anzi è l’Atalanta ad andare al tiro con Koopmeiners dal limite al 68’, ma la traiettoria del suo tiro è centrale e Alisson blocca. Alisson che ormai è diventato il regista di questa squadra oggi, palla sempre tra i piedi, senza però nessuno da servire. Quelli che seguono sono circa 25 minuti tra i più brutti che si siano mai visti nell’era del Liverpool di Klopp.
Ed è davvero un peccato che questa sia l’ultima gara europea di questo manager meraviglioso, perché questo non è il suo Liverpool. Questo non è il Liverpool di Klopp che ci ha regalato 6 finali internazionali (3 Champions League, 1 Europa League, 1 Supercoppa Europea e 1 Mondiale per Club) mettendo in bacheca 3 trofei. Questo non è il Liverpool delle imprese di Anfield contro il Barcellona e il Borussia Dortmund, il Liverpool martellante che schiaccia il City di Guardiola 3-0 nei quarti di Champions League, il Liverpool delle goleade in Portogallo o di quello che strapazza il Bayern Monaco e il PSG. Questo Liverpool è quello che rappresenta la vita in cui tutto finisce, purtroppo anche le cose più belle. Ma che ti lascia il dolce ricordo di una squadra e di un manager leggendari che resteranno per sempre nelle nostre memorie. Con la speranza che accada un miracolo in Premier League in queste ultime partite, perché no, con il Liverpool di Klopp abbiamo imparato che nulla è impossibile. Nonostante tutto. Grazie per sempre Jürgen.
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