Come tradizione vuole, soffrendo, il Liverpool batte il Southampton fuori casa e si issa, con uno sforzo tutto muscoli, sul cocuzzolo più alto della classifica del torneo.
Adesso i punti di vantaggio sull’avversario di sempre, il Manchester City, sono otto e nel prossimo weekend, ad Anfield, i Reds potrebbero, battendo proprio il City, eliminarlo dalla corsa titolo, salvo crolli catastrofici di un Liverpool che, al momento, appare avvolto da un’aura di invincibilità.
Per questa partita Slot schiera in campo una formazione molto dettata da quelli che sono i rientri dalle nazionali:
📋 𝐅𝐎𝐑𝐌𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 📋
— OLSC Italy (@OLSCItaly) November 24, 2024
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PRIMO TEMPO
Pressing nella propria tre quarti, ardore, fisicità, e qualche contatto oltre il limite, anche se per paradosso, i primi due ammoniti del match sono Bradley, che gioca in luogo dell’infortunato Alexander-Arnold, e Konaté.
Si trotterella, la palla viaggia da un lato all’altro in maniera sinuosamente noiosa e ci vuole la “distruzione” dal basso del Southampton che si palleggia sui piedi, per dare a Szoboszlai la palla a porta spalancata per il vantaggio Liverpool.
Sembra annunciarsi una grandinata di goal con annessa passeggiata sui resti della cenerentola del torneo ma il destino come detto è in agguato. Dopo un parata miracolo di Kelleher su una stoccata sotto porta di Dawson a colpo sicuro, quel diavolo del destino si traveste da refolo di vento e su una uscita palla al piede di Van Dijk dalla tre quarti rossa, soffia via la sfera dai piedi del gigante olandese.
Dibling fila via veloce e Robertson lo stende a pochi millimetri dalla linea dell’area di rigore. L’arbitro concede il rigore, il VAR considera il fallo sulla riga e avalla. Armstrong si fa parare il tiro da un Kelleher ancora mostruoso nel riflesso, ma il destino fa uno sberleffo e gli rimette la palla sul piede. 1-1. Siamo al minuto quarantadue e siamo daccapo.
SECONDO TEMPO
Il Liverpool al rientro in campo appare imbronciato, ha il muso lungo. Sa che la vittoria è spartiacque e mette le tende nella metà campo biancorossa. Lo fa però con troppa foga, e alla prima occasione il destino punisce di nuovo.
Di infilata Dibling apre genialmente per Armstrong lanciato nella terra di nessuno che è la difesa del Liverpool in quel momento. Armstrong controlla, si gira su se stesso e deposita sui piedi di Fernandes solo soletto in area. Tocco di interno nell’angolo lontano e frittata fatta.
Qui però il Liverpool, che intanto ha messo dentro Mac Allister e Díaz per un Jones opacizzato e un Gakpo troppo traccheggiante, fa capire di avere la testa. Quella che porta lontano. Núñez fa la sola cosa di rilievo in una partita senza corpo, con una sgroppata che per un nulla Díaz non trasforma nel due a due e poi Salah sfrutta una follia di McCarthy che esce dalla porta scelleratamente permettendo all’egiziano con un tocchetto veloce di superarlo e pareggiare in maniera rapidissima il match.
Adesso manca poco più di mezz’ora ed i Reds producono lo sforzo decisivo. È un assalto. Il Southampton si asseraglia e difende con i denti. Il Liverpool schiuma rabbia e preme ossessivamente. McCarthy risponde a Díaz volando sul colpo di testa del colombiano. Bradley ha la palla dal limite ma Dawson si immola. Salah innesta la marcia alta ed ara la fascia con le sue volate. Mac Allister è ovunque. Non è un Liverpool ordinato e con le idee chiarissime ma la testa si, quella c’è. Assieme alla voglia di prenderseli i tre punti.
E quando Salah con un cross a rientrare obbliga Sugawara ad aiutarsi con il braccio ogni cosa si compie. Salah va sul dischetto ed è impeccabile con il suo mancino. Segna la rete del 2-3.
Il finale è apprensione per un Liverpool forse poco lucido, sicuramente a tratti svagato ma troppo forte per questo Southampton. La gara si conclude dopo 8 lunghi minuti di recupero.
La fuga è iniziata. La partita con il Manchester City dirà molto. Moltissimo. Forse tutto.
Prima, però, c’è la prestigiosissima sfida di Champions League contro il Real Madrid questo Mercoledì, per avvicinarsi seriamente alla qualificazione.
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