Ci vuole l’acuto alla scala del calcio

Ritorna la Champions League per il Liverpool e lo fa con uno scontro agli ottavi che non deve assolutamente essere sottovalutato. Dopo aver affrontato il Milan nel girone di qualificazione e averlo battuto entrambe le volte, i Reds devono affrontare i cugini nerazzurri dell’Inter: pescati al secondo sorteggio di Dicembre, dopo gli errori della pesca delle palline che hanno annullato il primo che aveva regalato un ben più agevole confronto con il Salisburgo.

L’ultima in Champions: a San Siro contro il Milan, il Liverpool mantiene il record perfetto

La sfida di domani nello splendido scenario del Meazza di Milano ha sicuramente un fascino storico per il calcio europeo: con 9 Coppe dei Campioni/Champions League e ben 23 trofei internazionali messi a confronto, ottavo di finale replica dello stesso giocato nell’edizione 2007/2008 e dominato dal Liverpool con due vittorie e 0 gol subiti. Questa volta chiudere con la porta inviolata sarà alquanto difficile per due motivi fondamentali: il primo perché l’Inter è una squadra che a livello individuale e di organizzazione di gioco ha un arsenale di opzioni offensive decisamente elevato (in Serie A è il miglior attacco), il secondo è perché il Liverpool nella fase difensiva tende ad essere abbastanza incostante, sia in Premier che in Champions, alternando partite di estrema attenzione e applicazione ad altre piene di errori e mancanza di concentrazione.

In particolare nella partita d’andata in trasferta per la banda di Klopp sarà importante concentrarsi sulla tenuta difensiva: per garantire un risultato equilibrato, non necessariamente vincente, per poi gettarsi a capo fitto nel ritorno ad Anfield e chiudere la qualificazione per i quarti di finale. La squadra in questo periodo è decisamente in forma, cosa sorprendente visto il passato in cui tra Gennaio e Febbraio nell’era Klopp si sono spesso viste prestazioni decisamente sotto par e risultati deludenti.

Le ultime 6 partite tra Premier e Coppe nazionali sono state tutte vinte: con un bilancio di 14 gol fatti e solo 2 subiti, mettendoci dentro la qualificazione alla finale di Coppa di Lega, che dimostra che quest’anno niente è lasciato al caso, nemmeno nel cammino dei trofei nazionali; spesso snobbati a favore dei più prestigiosi titoli di Premier e Champions.

Per la prima volta dopo mesi, il trio in campo insieme domenica contro il Burnley. Verrà riconfermato in Champions?

In queste partite, soprattutto, la squadra ha giocato quasi sempre senza Salah e Mané, impegnati nella Coppa d’Africa chiusa proprio con la finale tra i due, ma ha saputo trovare armi alternative di assoluto valore che hanno fatto dimenticare le assenze importante. Due giocatori su tutti sono la copertina di questo periodo, Diogo Jota e Fabinho, autori rispettivamente di 5 e 3 gol, oltre ad un livello di prestazioni da top nel ruolo.

Il portoghese, arrivato già a 17 gol stagionali, si è preso ormai da tempo il posto di Firmino nel tridente offensivo titolare, dimostrando di essere un attaccante completo che può svariare tra fascia e centro e soprattutto in grado di garantire una presenza di efficacia elevatissima all’interno dell’area di rigore. Sarà lui al centro del trio con Salah e Mané, chiamato a sradicare il fortino di Simone Inzaghi, costruito come sempre sui tre centrali fissi Skriniar, De Vrji e Bastoni (anche se quest’ultimo non è ancora sicuro e può dover essere sostituito da uno fra D’Ambrosio o Di Marco sul centro-sinistra).

La partenza da titolare nel weekend di Firmino non è certa anche domani

Il movimento ad interscambio dei tre attaccanti sarà fondamentale in particolare per andare a colpire le zone laterali dove i centrali alti e fisici dell’Inter fanno fatica ad esplorare con rapidità, soprattutto nel cambio di gioco, e dove le caratteristiche offensive di Perisic e Dumfries possono regalare spazi da colpire.

Fabinho invece sarà il perno centrale dell’altro tridente, quello di centrocampo, con capitan Henderson e il ritrovato Thiago, autore di ottime prestazioni nell’ultimo periodo. Sarà fondamentale in questo ottavo perché abilissimo nel pressing ultra offensivo e nella velocità di passaggio nei filtranti e nel cambio di lato, punti tattici decisivi per superare lo scoglio Inter e avanzare nella rincorsa alla finale.

Il nostro numero 6 viene da una striscia di partite giocate in maniera eccellente

La squadra di Inzaghi, sembrata un po’ giù fisicamente nell’ultimo mese, denota difficoltà nell’affrontare squadre che sanno essere aggressive nella metà campo avversaria e disinnescare la costruzione bassa 3+1 dei nerazzurri, oltre a non difendere benissimo (come spesso accade per chi si schiera con il 3-5-2) i cambi di lato veloci che coinvolgono in maniera massiccia la salita dei terzini. E chi se non il Liverpool può garantire un attacco estremamente pericoloso, basato sulla salita dei laterali bassi, con Alexander-Arnold e Robertson; macchine da cross e assist.

Klopp può giocarsi la carta della formazione tipo. Inzaghi deve fare a meno di una pedina fondamentale come Barella e deve decidere se affidarsi al discontinuo Vidal, puntare sulla fisicità e la corsa di Gagliardini o sulla sagacia tattica e gli inserimenti di Vecino, mantenendo comunque lo schieramento tipo con in attacco l’inamovibile Džeko e uno tra Lautaro Martínez e Sánchez, col primo favorito. Proprio gli attaccanti sono da tenere d’occhio, soprattutto perché tutti e tre molto mobili e in grado di dare fastidio sia ai due centrali Van Djik e Matip: apparsi non a loro agio se costretti a muoversi troppo lateralmente; oltre a costringere i due terzini a dover preoccuparsi maggiormente del solito della parte difensiva in caso di raddoppio sul loro lato con i laterali di centrocampo.

Potrebbe arrivare il debutto di Luis Díaz in Champions League?

Un’analisi pre-partita che Klopp potrebbe proporre nella seduta con la squadra, le due sfide dei gironi tra Real e Inter, sarebbero lo specchio di come il Liverpool dovrebbe affrontare i nerazzurri. Possesso palla non forzato, pressing elevato, massimizzazione delle occasioni e difensivamente lasciare poco spazio alle conclusioni all’interno dell’area, facilitando più quelle da fuori dove l’Inter è spesso imprecisa. Occhio inoltre a come difendere sulle palle inattive, soprattutto i calci d’angolo, dove l’Inter ha armi notevoli da inserire vicino alla porta di Alisson e i Reds non sempre sono attenti come in altre circostanze.

Con la nuova regola che toglie l’importanza dei gol in trasferta, non è indispensabile segnare; chiaramente mettere subito su binari giusti la doppia sfida è importante, ma lasciare che sia il ritorno ad Anfield, con la bolgia dei tifosi a lanciare la squadra, a decidere il passaggio ai quarti non è un’ipotesi da scartare a priori.

Sicuramente questo Liverpool visto nell’inizio del 2022 può far molto male alla stessa edizione temporale dell’Inter, l’importante è non sottovalutare l’avversario, massimizzare le occasioni ed evitare errori individuali, il resto lo fa il talento immenso degli undici che scenderanno in campo.

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2 risposte a “Ci vuole l’acuto alla scala del calcio”

  1. Avatar Mattia
  2. Avatar Andre Piro

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