God save the Reds

In questo particolare momento della storia del Liverpool Football Club, a pochi giorni dall’incoronazione di un nuovo Re, dopo i 70 anni di Elisabetta II, sovrana mai amata dalle parti dei Docks, l’invocazione presa in prestito dall’inno inglese può essere un ottimo punto di partenza per togliersi di dosso tutto il malefico che si sta insinuando nelle vene del mondo Reds, scioccato da due mesi terribili.

L’esordio da incubo in Champions, con la scoppola senza appello a Napoli, coi partenopei che recriminano per un risultato ancora più roboante, deve essere stato un pensiero ricorrente nei corridoi di Kirkby, soprattutto dopo il rinvio della gara di Premier dello scorso weekend, stante l’attesa per il funerale della Regina.

Dopo la bella vittoria in Community Shield contro il Manchester City, il Liverpool ha vinto solo due volte in sette partite, di cui una in un modo alquanto rocambolesco contro il Newcastle, perdendo nettamente contro lo United e come detto contro il Napoli, oltre a pareggiare partite sulla carta agevoli contro Fulham, Crystal Palace e Everton. È sesto in Premier, già a 5 punti dal City e 6 dalla capolista Arsenal e domani deve affrontare subito una partita decisamente importante nel “gironcino” di Champions, per non complicare il cammino verso gli ottavi.

L’Ajax arriva ad Anfield forte di sette vittorie su sette nelle partite stagionali, tra campionato e Champions, con 25 gol fatti e 3 subiti, in un inizio che non ha minimamente risentito della partenza del guru Ten Haag e come al solito di alcuni gioielli del sempre scintillante negozio dei lancieri di Amsterdam. L’attacco gira a meraviglia, con Bergwijn che non sta facendo rimpiangere per niente la partenza di Antony verso Old Trafford, in uno scatto da 7 gol in 7 partite stagionali, il nuovo giovane terribile Kudus che nelle ultime tre viaggia a 4 gol e 1 assist, mentre il vecchio Tadić continua a inventare calcio per i compagni.

La prestazione contro il Napoli non deve ripetersi più

Ed è proprio il biglietto da visita offensivo dei lancieri che può spaventare un Liverpool apparso in grave crisi difensiva negli ultimi due mesi, con i 6 gol presi in campionato nonostante partite contro attacchi decisamente inferiori e i 4 presi al Diego Armando Maradona nell’esordio di coppa. I totem della squadra, quelli su cui Klopp e tutto il mondo Reds puntava ad occhi chiusi, sono quelli più in difficoltà: a partire da Alexander-Arnold, forse al suo peggior momento da quando veste la gloriosa casacca rossa, passando per uno spentissimo Robertson, finendo ad un irriconoscibile van Dijk perso in un limbo tra gli highlights pre infortunio e l’arrancare dietro ai movimenti degli avversari delle ultime settimane.

Il recupero tra i titolari di Matip potrebbe essere un’ottima medicina per la difesa malata, soprattutto perché permette di far sedere un disastroso Gomez, decisamente inaffidabile nella veste di difensore centrale, ma la situazione di Alexander-Arnold, chiamato ad affrontare il miglior giocatore attuale dell’Ajax, rimane critica, anche se Klopp non può puntare ad occhi chiusi sulle alternative visto che Gomez è un lasciapassare per tutti e Milner in quel ruolo ha dimostrato di sentire tutti i suoi 37 anni.

Il giovane Harvey Elliott è uno dei migliori di questo inizio di stagione

Nella sfida in cui ci si gioca già un bel po’ della stagione, anche come inerzia per le prossime settimane, sfruttando il fortino Anfield, il nostro manager probabilmente si affiderà alla formazione migliore, grazie anche ai ritorni importanti di Matip, come già detto e di Thiago, apparso imprescindibile nella ripresa di Napoli. Davanti ad Alisson, forse uno dei pochi a salvarsi in questo periodo terribile, dovrebbe esserci la difesa tipo, anche se la coppia d’oro di terzini, pedine chiave dei successi degli ultimi anni, sono anni luce lontani dalla forma migliore e al momento più dannosi che utili dal punto di vista tattico.

Davanti il solito Fabinho, anche lui decisamente sottotono soprattutto nello schermo difensivo e nel recupero palla, con ai lati sicuramente Thiago, vero uomo chiave delle prossime settimane, sperando di averlo sano per un periodo lungo, oltre al giovane Elliott, autore di ottime prestazioni soprattutto quando la conformazione tattica gli ha permesso di giocare più a ridosso dell’attacco. L’alternativa a Elliott potrebbe essere Firmino, in un’idea di cambio modulo passando al trequartista centrale davanti ai mediani e dietro il centravanti, ruolo dove il brasiliano al momento sembra giostrare al meglio; soluzione che potrebbe essere una ventata di freschezza sullo stantio 4-3-3 kloppiano, al momento spento e imbrigliato da una condizione atletica e psicofisica pessima, con l’intensità, marchio di fabbrica del boss, resa ai minimi termini, sia offensivamente che difensivamente.

Davanti chance per Núñez, che deve sbloccarsi e dimostrare di non aver patito l’espulsione rimediata contro il Crystal Palace, anche per togliere qualche dubbio all’ambiente, che vede il City dominare con Håland, con ai lati uno spento Salah, che ha segnato solo 3 gol in stagione, non segna da 4 parite e siamo sicuri voglia enormemente far saltare la Kop nella serata di luci ad Anfield.

A chiudere la line-up il giocatore su cui al momento si basa buona parte del gioco offensivo, Luis Díaz, che crea individualmente l’azione, coi suoi quasi tre dribbling a partita di media, che segna e che dà la sensazione di poter essere la base sulla quale costruire anche un nuovo modo di giocare, basato più sul movimento centrale, con le due ali accentrate quasi a formare una linea stretta dietro al centravanti, soprattutto contro l’Ajax che lascia spazio dietro alle mezzali e soffre gli inserimenti centrali.


Loro, come detto, hanno le armi offensive per far male in questo momento e allora un pentagono centrale, che garantisca un maggiore possesso e al tempo stesso una maggiore aggressione della mediana prevenendo la giocata verticale che fa tanto male alla difesa, può essere una soluzione valida.

Un ingranaggio tattico per sbloccare l’orologio fermo, ora più che mai che il gioco sembra ristagnante e poco scintillante, perché la stagione del Liverpool passa dalla serata di domani e dalla consapevolezza che qualcosa va cambiato, per tornare ad essere quelli che tutti temono.

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3 risposte a “God save the Reds”

  1. Avatar Benedetta Tello
    1. Avatar Armando Todino
  2. Avatar Gianni

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