Dopo il pugno in faccia preso mercoledì contro il Napoli, il Liverpool ha avuto un po’ di tempo per riflettere. Forse addirittura troppo. Pensare, rimuginare e analizzare. Perché un inizio così sottotono dopo un’annata, la scorsa, bellissima? Impossibile per noi profani rispondere, ma è stata emblematica una frase pronunciata da Jürgen Klopp in conferenza stampa. “Ho visto Milner arrivare in ritardo nei contrasti. Se James è in difficoltà dal punto di vista fisico c’è un problema”. Un campanello d’allarme grande come una casa. E poi Klopp ha chiamato a raccolta il pubblico di Anfield, con sincerità, senza nascondersi dietro a un dito. Ha confessato i problemi della squadra e chiesto la spinta del pubblico.
Contro l’Ajax alcuni interpreti sono cambiati:
LA PARTITA
Dopo il pugno partenopeo il Liverpool non è guarito del tutto, ma almeno a tratti si è vista la squadra che abbiamo ammirato a lungo. Si è visto il cuore, l’aspetto più importante, anche agli occhi del tifoso. È stata una partita gradevole da vedere, contro una squadra giovane ma di qualità.
Buono l’inizio dei nostri, meno buona la parte a cavallo dei due tempi e ottimo il finale, con l’obiettivo di spingersi oltre l’ostacolo per centrare i tre punti, mettendo da parte anche un po’ la qualità e lo stile, mettendola anche sull’agonismo. E allora parliamo del finale: prima il palo di Salah che ci ha fatto dire “cavolo, non ce ne va bene una”, poi la capocciata di Matip. Bellissima l’elevazione del centralone numero 32, con la palla che ha superato l’estremo difensore olandese ed è stata ribattuta oltre la linea di porta.
Inizialmente, almeno da casa, non abbiamo gridato al gol. Poi il gesto, inequivocabile, dell’arbitro che ha indicato il cerchio di metà campo. E allora lì un urlo è partito, sia dal divano, sia dal campo che dagli spalti di un Anfield al solito gremito. Un’esultanza che sa di liberazione e che speriamo possa cacciare dubbi e incertezze. Un urlo che è unione e che intende far capire agli avversari che comunque noi ci siamo, e ci saremo. Sempre. Tre punti, grazie anche al ritorno al gol di un Salah che non sta giocando sui suoi livelli ma che ha dimostrato di sapere sempre come colpire, in un modo o nell’altro.
Tre punti fondamentali ma che non devono accecarci. Il Liverpool non gira ancora come dovrebbe. Manca brillantezza, velocità e forza. Mancano le armi che ci hanno fatto conoscere al mondo intero. La boccata d’ossigeno può arrivare dai ritorni, importantissimi per ritrovare il ritmo-Liverpool. Teniamoci il carattere mostrato e soprattutto il ritorno alla vittoria. È stato bello gioire da casa per quella che era un’abitudine e che in questo inizio è mancata – e ci è mancata – parecchio.
Nel fine settimana non giocheremo e forse non è un male, in questo periodo serve abbassare la testa e pedalare, mettere fieno in cascina per il forcing che precede il Mondiale in Qatar. Senza proclami ma per ritrovare le certezze.
La stagione è ancora lunga, sarà complicata e pure particolare. Ripartiamo dalle urla lanciate da Matip e arrivate al cuore di ognuno di noi. Vogliamo continuare a ruggire, in Inghilterra e in Europa.
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