A Stamford Bridge finisce 3-1 per il Chelsea, affamato e determinato contro un Liverpool con nemmeno un po’ dell’anima di una squadra che ha già scritto la propria leggenda. Una vittoria che vale punti pesanti per i padroni di casa, ancora in lotta per un posto in Europa.
I Reds, freschi campioni, scelgono la via delle rotazioni, tra esperimenti e un pizzico di rilassatezza da fine stagione. Arne Slot cambia tanto – sei novità, un centrocampo inedito e Quansah al centro della difesa. Ecco la formazione:
PRIMO TEMPO
Come da tradizione inglese, gli avversari onorano i campioni. Standing ovation per il Liverpool: applausi meritati, per una stagione che resterà nella storia.
L’avvio è frenetico, ma la prima fiammata è tutta dei padroni di casa: al 3′ Enzo Fernández sblocca il risultato con un destro preciso, servito da un ottimo Pedro Neto. Un lampo che coglie di sorpresa il Liverpool, ancora avvolto nella nebbia dei festeggiamenti.
Il possesso è a tinte rosse – oltre il 60% nel primo tempo – ma manca brillantezza, ritmo, incisività. Le rotazioni volute da Slot si fanno sentire, soprattutto a centrocampo: fuori Szoboszlai, Mac Allister e Gravenberch, la mediana perde equilibrio e fantasia. Jones ed Elliott, volenterosi ma poco concreti, non bastano.
Il primo tempo si conclude col punteggio di 1-0.
SECONDO TEMPO
Il Liverpool rientra in campo con più aggressività, ma è ancora il Chelsea a colpire: al 56′ un cross basso di Malo Gusto genera confusione in area, van Dijk colpisce Quansah e il pallone termina in rete. Autogoal, 2-0.
Una salita che si fa ancora più ripida. La reazione dei Reds arriva nel finale. Slot lancia Mac Allister e Núñez nella mischia. All’85’ è Van Dijk a cercare il riscatto: colpo di testa potente e preciso, 2-1 e speranza riaccesa.

Ma nel recupero, nel momento di massima pressione, arriva la beffa definitiva: Quansah stende Caicedo in area. Rigore. Cole Palmer è glaciale dal dischetto. 3-1, titoli di coda.
Un risultato giusto per quello che ha mostrato il campo. Chelsea cinico, capace di ripartire e di rendersi pericoloso, mentre il Liverpool si è acceso solo nel finale ma è stato poco preciso, vedasi le occasioni capitate a Salah e Núñez.
Poco male. O meglio: chissenefrega. Il Liverpool ha già centrato il bersaglio grosso: il ventesimo titolo in Inghilterra. Una stagione incredibile, fatta di crescita, compattezza e un’identità riconoscibile in ogni partita, anche nelle giornate più complicate. A Stamford Bridge i tifosi cantano fino al fischio finale, in fondo è stata una festa, rumorosa e colorata di rosso. I cori intonati risuona ancora, e continueranno a farlo a lungo. Perché alla fine, al di là del punteggio, ciò che resta è la gioia. La gratitudine. L’orgoglio. Abbiamo perso? Pazienza.
Per questa volta va bene così, anche se l’obiettivo dev’essere vincere e non lasciare nulla per strada. Ci penseremo poi. Alla prossima partita, un altro stadio, un’altra squadra pronta ad applaudirci prima del calcio d’inizio, per l’ennesima cartolina da conservare. E noi a ringraziare questi ragazzi, campioni veri, per averci regalato una stagione indimenticabile.
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