Quel che sarà, sarà

Sogno o ragione? Irrazionalità o razionalità? La vigilia dell’ultima giornata mette tutti di fronte al solito dilemma: crederci fino all’ultimo oppure meglio evitare di illudersi? La certezza è che anche il più negativo, colui che non crede nei miracoli, in fondo al suo cuore spera nella vittoria del Liverpool contro i Wolves e nel difficile, quasi impossibile, stop del Manchester City contro l’Aston Villa.

Come se non bastasse, Alisson (a quota 20 clean sheet) compete contro Ederson (pure 20) per il Guanto d’Oro

La ragione ha tanti fattori dalla sua parte, in particolare i numeri: dopo lo scontro diretto con il Liverpool dello scorso Aprile, la squadra di Guardiola ha vinto contro il Brighton (3-0), Watford (5-1), Leeds (4-0), Newcastle (5-0), Wolves (5-1), prima di pareggiare 2-2 contro il West Ham domenica scorsa. Sei partite, cinque vittorie e un pareggio, segnando la bellezza di 24 gol (4 a partita) e subendone 4. Nel mezzo passo falso contro gli Hammers, poi, va considerata anche per la rimonta fatta dalla parte celeste di Manchester, una squadra capace di uscire dall’angolo dove si era cacciata, recuperare da 0-2 e addirittura fallire il rigore della vittoria. Insomma la ragione dice: quali armi ha a disposizione l’Aston Villa per fermare una macchina quasi perfetta?

Salah è tornato ad allenarsi, Van Dijk pure. Saranno della partita? Non si sa

E qui arriva il sogno, l’irrazionalità: Steven Gerrard! Non posso credere che anche il più razionale di voi, se tifoso, non si sia trovato nel corso degli ultimi almeno una volta a fantasticare, sognando il clamoroso colpaccio di “Captain Fantastic”. Il calciatore più amato nel Liverpool moderno ha la prima grande occasione di essere lui, finalmente, a regalare il titolo alla sua squadra del cuore, un risultato mai ottenuto nella sua splendida carriera da calciatore. E poco importa se lo facesse indossando la tuta dell’Aston Villa, perché nell’immaginario di ogni Red, domenica Gerrard indossa la sua mitica maglia numero otto rossa.

Da brividi, solo a pensarci. E Gerrard non sarà solo, perché nel suo Villa ci sono anche Danny Ings, amato quanto sfortunato, impossibilitato dalla sorte a vivere da protagonista l’era Klopp, e soprattutto Philippe Coutinho. Con la maglia rossa addosso, il brasiliano aveva segnato quello che probabilmente avremmo tutti ricordato come il gol del titolo, quando realizzò il 3-2 contro il Manchester City nel 2014, ma la storia prese poi un’altra strada. Al di là di come ha poi lasciato il Liverpool, Coutinho ha vissuto intensamente il lungo periodo della sua carriera ad Anfield, si è legato alla maglia (anche se qualcuno pensa il contrario) e magari sogna di rilasciare un’intervista come quella di Mascherano dopo la finale di Champions 2010/11, quando a seguito della vittoria sul Man United dedicò quel successo ai tifosi Reds, augurandosi che quella vittoria potesse far dimenticare un addio mai digerito dalla Kop.

Leggenda.

Vedremo cosa ci riserverà il destino, ma al di là di questo, la partita di domenica deve essere una festa, un modo per ringraziare una squadra che ci ha fatto vivere una stagione da sogno, la più bella della nostra vita da tifosi. Dovrà essere l’occasione di salutare un calciatore come Divock Origi, che restando in silenzio e spesso da parte, da grande professionista ha saputo sfruttare le occasioni in cui è stato chiesto il suo aiuto, scrivendo pagine indelebili nella storia del Liverpool. Soprattutto, Anfield domenica dovrà, con il suo pieno d’amore e le sue urla, caricare la squadra alla settima Champions League, da conquistare proprio contro il Real Madrid.

Quel che sarà sarà, questo Liverpool merita un abbraccio unico per una stagione incancellabile.
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3 risposte a “Quel che sarà, sarà”

  1. Avatar Aldo Meola
  2. Avatar Carlo Falsini
  3. Avatar Armando Todino

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