Il paradiso all’improvviso

Liverpool-Manchester City: la grande rivalità che dominato gli ultimi anni di Premier League non può passare in secondo piano nemmeno con una delle due così in basso in classifica com’è il Liverpool di Klopp in questo momento. Perché, anche per citare Guardiola, se mancassero 10 partite alla fine il Liverpool non avrebbe chance, ma dopotutto siamo ancora ad Ottobre. E tutto, in questo campionato, può succedere.

Si gioca ad Anfield e i Reds hanno tremendamente bisogno dei suoi tifosi. Nonostante il 7-1 di Glasgow (dopo un brutto primo tempo), contro una squadra obiettivamente impresentabile come i Rangers, i favori del pronostico sono tutti per la macchina perfetta made in Abu Dhabi, che ha aggiunto al suo calcio quasi robotico, il devastante Haaland e si che si appresta all’ennesimo campionato nelle zone altissime della classifica.

Klopp continua con il nuovo sistema, nonostante le tante assenze: oltre Díaz, i Reds devono fare a meno anche di Matip e Konaté oltre ai lungodegenti Chamberlain, Keïta e Arthur. Il vecchio 4-3-3 è quindi ormai soppiantato da questa sorta di 4-2-2-2 (4-4-2 in fase
difensiva):

Guardiola, con Walker, Stones e Phillips in infermeria, risponde col rodato 4-3-3: Ederson; Cancelo, Akanji, Dias, Aké; De Bruyne, Rodri, Gundogan; Silva, Haaland, Foden.

PRIMO TEMPO

Dopo il solito emozionante You’ll Never Walk Alone la gara ha inizio e, rispetto alle altre partite stagionali, i Reds sembrano molto più compatti, messi bene in campo e soprattutto hanno la giusta intensità, tanto cara a Klopp e Lijnders (il primo assistente del tedesco). Intensità che fa vedere subito il braveheart scozzese Robertson che dopo uno scontro con Bernardo Silva lo spinge per caricare i suoi e tutto l’ambiente che comincia ad infuocarsi. Il Liverpool sembra un’altra squadra per attenzione e grinta e allora il City cerca di smorzare il ritmo incalzante dei Reds col suo tedioso possesso palla.

Al 15’ ci prova Gundogan, ma Alisson è attento e blocca. Cinque minuti più tardi risponde il Liverpool con Jota ma il suo colpo di testa su cross di Elliott viene bloccato dall’altro portiere brasiliano, Ederson. Il City aumenta il pressing, ma il Liverpool ha pazienza e fa girare bene la palla in zona difensiva senza (finalmente) mai perdere la testa e buttare il pallone.

Proprio dopo un’azione lunga e manovrata, al 23’, il Liverpool ha la ghiotta occasione per passare in vantaggio: Fabinho trova Jota in profondità che a sua volta pesca Milner sulla destra. Il cross a mezza altezza del 7 del Liverpool è deviato da Ederson e la palla arriva all’accorrente Robertson che però, da buona posizione, manca il bersaglio. I ritmi restano molto alti soprattutto per merito del Liverpool, il City è messo benissimo in campo ma è lento e fa fatica ad impensierire Alisson. Al 32’ si vede per la prima volta Haaland, ma il suo pallonetto da posizione defilata è facilmente controllato da Alisson in uscita.

Sempre Haaland al 39’, sull’unica sbavatura della partita di Gomez, in serata di grazia, impegna di testa Alisson che però ancora una volta blocca con sicurezza il pallone. Finisce così un primo tempo caratterizzato da tanta intensità e accortezza tattica, e dalle poche occasioni.

SECONDO TEMPO

Il secondo tempo continua sulla falsariga del primo, anche se il City sembra aver aumentato il ritmo del proprio palleggio. Al 50’ però, è il Liverpool ad avere l’occasione della partita: contropiede innescato da Firmino, palla magistrale in profondità per Salah che a tu per tu con Ederson fallisce il goal dell’1-0. Dal replay si evidenzia il tocco decisivo di Ederson che manda il pallone fuori di pochi centimetri, ma Salah avrebbe dovuto segnare, oppure servire Jota sulla sua sinistra che avrebbe avuto la porta sguarnita davanti a sè. Taylor (da Manchester) non concede nemmeno calcio d’angolo.

E come spesso accade, goal mangiato, goal subìto: solo due minuti più tardi, Haaland recupera palla (con evidente fallo su Fabinho) e dopo uno scambio con un compagno si butta in area di rigore dove Alisson lo anticipa in uscita bassa. Dal contrasto causato dalla carica di Haaland su Alisson che aveva entrambe le mani sul pallone, questo schizza verso Foden che insacca. Per il pessimo Taylor (da Manchester) è tutto buono e il City è in vantaggio tra le proteste del Liverpool. Darren England, al VAR, richiama però allo schermo l’arbitro in campo che non può far altro che annullare il goal. Inutili le proteste di un sempre nervoso Guardiola ad Anfield, che comincia anche a battibeccare con i tifosi alle sue spalle.

Dopo questo episodio, il volume dello stadio aumenta e Klopp arringa la folla facendo segno verso le orecchie che vuole ancora più rumore. Il City però spinge con più convinzione, ma l’attenzione difensiva che ha il Liverpool non si è mai vista questa stagione. Ci prova ancora Haaland al 63’ ma il suo bel tiro di sinistro è parato da Alisson. Poi Salah risponde in contropiede, palla a lato.

Vedendo alcuni dei suoi un po’ stanchi, Klopp al 71’ fa tre sostituzioni: fuori Firmino, Fabinho e Elliott (molto più a suo agio sulla fascia, partita di grande sacrificio la sua) e dentro Núñez, Carvalho e Henderson.

Al 75’, il fuoriclasse della sfida decide che ora è il suo momento. No, non sto parlando di Haaland, ma di Mohamed Salah. Punizione per il City, cross bloccato da Alisson che senza pensarci due volte lancia lungo verso l’egiziano che è marcato da Cancelo spalle alla porta. Salah mentre stoppa la palla lunga, fa una torsione con tutto il corpo che taglia completamente fuori il difensore portoghese e, come 25 minuti prima, si invola verso la porta di Ederson. Ma stavolta Salah ha deciso che il pallone deve finire in rete e il suo tiro si infila nella porta sotto la Kop che esplode di gioia. Il suo sguardo verso i tifosi che lo acclamano la dice tutta.

Un goal che fa letteralmente impazzire Anfield

Oggi in campo c’è il vero Salah, oggi in campo c’è il vero Liverpool. Ora lo stadio è una bolgia, ogni contrasto vinto è un boato. Al 77’ Núñez, con tanta voglia si invola e prova il destro, palla a lato. Parlavo di vero Salah, di vero Liverpool, ebbene all’81 si vede anche il vero Van Dijk: lancio perfetto di Rodri per Cancelo sulla destra, tocco di prima del portoghese, Haaland è lì pronto a insaccare ma Van Dijk dice no e lo anticipa in calcio d’angolo.

All’85’ Salah si invola in avanti, ma Bernardo Silva lo trattiene vistosamente e cadendo, con capriola, continua a tenere Salah trascinandolo a terra. Per Taylor, e il guardalinee che era a pochi metri di distanza, non c’è nulla. Incredibile. E qui Klopp, comprensibilmente, perde la testa sbottando prima con il guardalinee e poi con l’inadeguato Taylor che gli mostra il cartellino rosso.

La gara si infiamma, manca davvero poco a quella che potrebbe essere la svolta della stagione del Liverpool. Guardiola prova il tutto per tutto togliendo Gungogan per Álvarez, Klopp inserisce Alexander-Arnold (recuperato) per Salah. Al 92’ Darwin Núñez lascia sul posto Akanji, si invola sulla destra e invece che servire Carvalho tutto solo davanti ad Ederson tenta il cross lungo per Alexander-Arnold dalla parte opposta che in scivolata non riesce ad indirizzare il pallone.

Incredibile che il Liverpool non riesca a chiudere i conti, la
tensione è tantissima e ci sono 6 minuti di recupero. Jota, anche lui fantastico sulla fascia in tutte e due le fasi, resta a terra (uscirà purtroppo in barella) e la partita non finisce.

Siamo al 99’ ma il City non trova spazi e la partita finisce così, con l’inaspettato trionfo del Liverpool.


Proprio nella partita più difficile della stagione, i Reds ritrovano intensità, compattezza, grinta e tanta voglia di dimostrare che questa squadra non è morta. Ci si preparava già a spedire questa squadra all’inferno e invece, è arrivato il paradiso all’improvviso.

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4 risposte a “Il paradiso all’improvviso”

  1. Avatar Benedetta Tello
  2. Avatar Daniele Bressanelli
  3. Avatar Claudio boffa tarlatta
  4. Avatar Armando

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