Dopo sette vittorie per i Reds è arrivata la prima sconfitta in Champions League, all’ultima giornata, contro il PSV Eindhoven. Una sconfitta ininfluente ai fini della classifica, perché il Liverpool chiude il girone unico al primo posto.
Nella sua Olanda Arne Slot per la prima volta fa tanto turnover, lasciando a riposo 9/11 della formazione che sabato ha sconfitto l’Ipswich Town. In campo solo Gakpo, ex PSV, che ci teneva a giocare contro la squadra che lo ha lanciato nel grande calcio, e Robertson, oggi con i gradi di capitano. Spazio alle seconde linee, su tutti occasione per Federico Chiesa dal primo minuto. Con lui tanti giovani desiderosi di mostrare il loro valore. Questa la formazione:
PRIMO TEMPO
Cambiano i giocatori, è vero, ma non la mentalità del Liverpool. Il motore è ben oliato, la macchina è veloce e i Reds ci mettono cuore e intensità sin dai primi minuti. A immagine di un indemoniato Chiesa che va a pressare tutti. Proprio il suo pressing dà il LA alla rete del vantaggio. L’italiano è furbo, il suo diretto marcatore è invece scellerato e nel tentativo di calciare la palla colpisce la caviglia del nostro numero 14. Rigore nettissimo. Dal dischetto Cody Gakpo è glaciale, palla da una parte e portiere dall’altra. Non festeggia, per rispetto dei suoi ex tifosi.

Insomma, l’inizio è assolutamente incoraggiante e nemmeno si nota più di tanto che in campo non ci sono i titolarissimi. Il primo tempo è divertente e pure frizzante, un continuo botta e risposta. Gli olandesi rispondono con Bakayoko, abile a fare sedere il duo Robertson-Quansah e a superare Kelleher con un violento tiro in porta.
Il Liverpool c’è, non si abbatte e riparte, spingendo sull’acceleratore. È ancora Chiesa decisivo, con un tiro su cui è bravo Benitez, ancor più bravo Elliott a seguire l’azione e rimettere il Liverpool avanti. Lui esulta, mimando la mossa del wrestler John Cena.

Da lì lo spettacolo aumenta, è una partita bella da vedere, è un climax ascendente, con il PSV che cresce di livello. Di Saibari la rete del pareggio, prima dell’allungo decisivo: azione che si sviluppa sulla sinistra, più che un tiro è un cross, con Bradley che la tocca mandano il pallone alle spalle di Kelleher ma la rete è assegnata a Pepi. In entrambe le circostanze il sostituto di Alexander-Arnold non fa un figurone.
La prima frazione si chiude col punteggio di 3-2.
SECONDO TEMPO
Cinque gol in 45′ sono un’ottima premessa per immaginare un altro tempo scoppiettante. Spoiler: non sarà così, perché dopo i botti iniziali i ritmi calano drasticamente. Tolto l’agonismo e la voglia iniziale mancano quelle idee che abbiamo visto in stagione. Normale, vien da dire, con una formazione sperimentale, e in più chi non gioca nemmeno è in panchina.
A dieci dalla fine il Liverpool resta addirittura in dieci, per l’espulsione di Nallo. Con l’uomo in meno sul finire la squadra di Eindhoven potrebbe segnare ancora, ma in un modo o in un altro i Reds si salvano. Bene Chiesa, Gakpo, Elliott e soprattutto McConnell. Male Endo e una difesa un po’ improvvisata che spesso è andata in difficoltà.
Ecco confezionata la prima sconfitta europea della stagione, una sconfitta decisamente indolore e velocemente dimenticabile.
Da una parte vuoi perché l’avversario era comunque ostico, dato che nelle ultime 53 partite tra le mura amiche aveva perso una sola volta, vuoi anche perché il Liverpool chiude comunque davanti a tutti (approfittando del pari tra Barcellona e Atalanta).
Sono state otto partite entusiasmanti, sopra ogni aspettativa, con la vittoria contro il Real Madrid quale immagine da copertina. Ora testa al campionato, poi la Carabao Cup (bisogna rimontare contro il Tottenham) e tra dieci giorni l’FA Cup.
Alla Champions league penseremo tra un po’, ciò che è certo è che agli ottavi fi finale affronteremo una tra PSG, Benfica, Monaco o Brest.
Ci sarà tempo per capire chi sfideremo, ma comunque sono avversari battibili per il vero Liverpool che certamente non sarà quello visto nell’ottavo turno. Quanto fatto sin qui però ora va cancellato, d’ora in poi si farà davvero sul serio.
Inizia un nuovo torneo, sperando di andare il più lontano possibile.
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