Wembley, ci rivediamo ancora

Una grande rivalità messa in pausa per 23 anni (data dell’ultima sfida), una rivalità che evoca ricordi di grandi partite e, purtroppo, della tragedia più tremenda di tutte: quella di Hillsborough. Sì, perché in quel maledetto 15 Aprile del 1989, in occasione della semifinale di FA Cup nello stadio dello Sheffield Wednesday, l’avversaria era proprio il Nottingham Forrest che ritroviamo oggi nei quarti al City Ground, stadio di casa dei “Reds” di Nottingham. Ed è splendido il ricordo delle 97 vittime di Hillsborough preparato dal club di casa, che ha lasciato vuoti proprio 97 sediolini di una tribuna dello stadio. Un tocco di classe di un club che vanta anche due coppe dei Campioni nel proprio palmarès e che manca da troppo tempo in Premier League.

Il bellissimo tributo per i 97

Nella partita troviamo due squadre in grande forma, soprattutto di risultati, ma che tecnicamente sono distanti anni luce tra loro. Ma è questa la magia della FA Cup dove, spesso, queste distanze si annullano grazie al peso della storia e all’importanza dell’evento.

Come ci si aspettava sono molti i cambi nella formazione iniziale del Liverpool, anche se stavolta Klopp si limita semplicemente a ruotare i “titolari” lasciando fuori Salah, Mané e Robertson oltre all’acciaccato Alexander-Arnold. In porta tocca ad Alisson con Gomez, Konaté, Van Dijk e Tsimikas a proteggerlo. A centrocampo Oxlade-Chamberlain, Fabinho, Keïta e in attacco Elliott, Firmino, Jota completano il classico 4-3-3 dell’allenatore tedesco. Il Forest, in grandissima forma in campionato (si trova a ridosso della zona play-off in Championship), risponde col 4-2-3-1: Horvath; Spence, Worrall, Figuereido, Colback; Yates, Garner; Lolley, Zinckernagel, Johnson; Davis.

PRIMO TEMPO

Spinto da un’atmosfera da grande evento sugli spalti del City Ground la partita decolla da subito, con gran ritmo da entrambe le parti. Il Liverpool trova molti spazi in avanti ma il leit motiv della partita sarà l’imprecisione degli attaccanti dei Reds negli ultimi metri del campo. Al 14’, un sempre ottimo Tsimikas prova il gran goal da fuori di sinistro, palla alta di poco. Cinque minuti dopo è Fabinho che va vicino al goal da azione di calcio d’angolo, ma il destro del brasiliano è troppo chiuso e si spegne a lato. Ma la vera occasione è quella che capita sui piedi di Firmino al 28’ che dopo una carambola si trova solo davanti al portiere ma, con tutto il tempo per mirare, decide per un improbabile pallonetto che Horvath riesce a respingere senza troppi problemi. Finisce con questo rimpianto un bel primo tempo, giocato a grandi ritmi, in cui al Liverpool è mancato solo il goal.

Naby lad in azione

SECONDO TEMPO

Nella ripresa il ritmo dei Reds comincia a calare, anche se le occasioni o potenziali tali, non scarseggiano. Il Forest inizia a prendere coraggio e al 64’ Klopp decide di cambiare ben quattro pedine del suo scacchiere: Díaz, Minamino, Henderson e Thiago prendono il posto di Keïta, Oxlade-Chamberlain, Fabinho ed Elliott. Ma le cose non cambiano di molto, anzi i padroni di casa quasi non vanno in vantaggio al 76’ con Zinckernagel pescato tutto solo al centro dell’area di rigore dal cross di Johnson, ma la sua deviazione di destro è sbilenca e finisce incredibilmente a lato. Spavento per la squadra di Klopp che reagisce e solo tre minuti dopo trova finalmente il vantaggio grazie al goal di Diogo Jota che devia in rete un fantastico cross di destro di Tsimikas.

Segna sempre lui…

Il settore ospite esplode, mentre è tanta la delusione per i padroni di casa che già sognavano di portare ai supplementari la gara. Che, però è tutto tranne che finita: all’85° Yates supera Alisson in uscita ma il pallone finisce fuori, e, poco dopo, di testa spreca malamente passando praticamente la palla al portiere brasiliano.


Finisce quindi così, con i Reds che tornano a Wembley per la semifinale in cui affronteranno il Manchester City di Guardiola, l’eterno rivale di questi ultimi anni. Il “quadruple” è ancora possibile, a noi non ci resta che tifare e sognare.

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Una risposta a “Wembley, ci rivediamo ancora”

  1. Avatar Nunzio Koprule Esposito

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