Un altro ostacolo verso la leggenda ed è di quelli particolarmente rognosi. Dopo aver bullizzato il Manchester United, il Liverpool è atteso dal derby contro l’Everton. Una partita sulla carta ampiamente sbilanciata, ma proprio per questo ricca di insidie.
I Reds allenati da Klopp arrivano alla sfida con un margine di 47 punti sui cugini. Un divario netto e per certi versi imbarazzante, ma che deve essere mostrato concretamente sul campo. Già, perché il rischio di sottovalutare l’avversario è dietro l’angolo. Un’eventualità che Klopp deve cancellare dalla mente dei suoi ragazzi, se vuole proseguire nella corsa punto a punto con il Manchester City per la conquista del campionato.
L’Everton sta disputando una delle peggiori stagioni della sua storia, dovendo ancora soffrire per avere la certezza della permanenza. Perché quindi dovrebbe essere considerato un avversario insidioso? Perché il derby è una partita a sé e perché, proprio per la loro deludente stagione, i Toffees hanno in un eventuale successo nella stracittadina una delle poche soddisfazioni che rimangono da provare a conquistare.
La formazione di Klopp dovrà quindi entrare in campo con il coltello tra i denti, spinta dal boato di Anfield. Dovrà dimostrare di non voler lasciare nulla al caso, per continuare ad inseguire un poker di trofei mai riuscito nella storia a nessuna squadra inglese.
Dovrà essere perfetta in tutti i suoi interpreti, con le parate di Alisson e le discese di Alexander-Arnold e Robertson, con la solidità di Van Dijk e Matip (o Konaté) e con la capacità del centrocampo di essere determinante in entrambe le fasi). Con, soprattutto, la potenza di fuoco del tridente offensivo. Fuoriclasse assoluti che disegnano calcio, vestendo a turno i panni dei finalizzatori e dei rifinitori. Componenti di un reparto d’attacco che ha pochi eguali nella storia del Liverpool e non solo e che deve aiutare la squadra a superare questo ennesimo, rognoso ostacolo.
Lascia un commento