Il Liverpool torna dal Tottenham Hotspur Stadium con una sconfitta dolorosissima, subendo l’autogoal vittoria all’ultimo istante dopo aver resistito per 25 minuti addirittura in 9 uomini e avendo trovando il goal del pareggio in 10.
Il risultato in sé e per sé non stravolge negativamente la nostra classifica: grazie alla vittoria dei Wolves contro il City rimaniamo in agguato di quest’ultimi, ma Tottenham ed Arsenal ci scavallano di un punto. Perdiamo un’occasione d’oro – che vedendo la partita era altamente alla nostra portata – di trovarci da soli in vetta.
Con un Trent non ancora al 100%, spazio sulla corsia di destra per Gomez, mentre in attacco la spunta su tutti Gakpo come falso nueve. Per il resto giocano i “soliti”:
PRIMO TEMPO
La partita inizia su buoni ritmi, con un Liverpool propositivo e non disattento come purtroppo si è visto spesso in questo inizio di stagione. Al 13′ Robertson ci prova due volte da distanza ravvicinata ma Vicario è bravo a respingere. I padroni di casa tessono un buon possesso, ma non ci creano alcun pericolo.
Al 26′ un decisivo turning point: l’espulsione di Curtis Jones, che accarezzando in allungo la palla slitta un pochino su di essa e sfortunatamente colpisce a tacchetti spianati la gamba di Bissouma poco sopra la sua caviglia. Noi diveniamo 4-4-1, e a parte una buona occasione di Richarlison che spara alto di sinistro a ridosso dell’area piccola non concediamo chances.
Anzi, addirittura al 34esimo minuto passeremmo in vantaggio con un bellissimo taglio di Díaz se la VAR avesse fatto il suo lavoro. Invece due minuti dopo siamo sotto: triangolazione di passaggi di prima degli uomini di Postecoglou e Son imbuca facilmente Allisson da due passi. Sembra un incubo, che per fortuna non si aggrava visto che il palo ci grazia su un ispirato Richarlison.
Passati questi minuti confusionari, negativi e sfortunati, riprendiamo un equilibrio e il quinto minuto di recupero riusciamo addirittura a pareggiare con una bella girata di Gakpo in area!
Addirittura nell’ultimo istante del primo tempo Díaz avrebbe l’occasione di siglare il vantaggio ma arrivando in spaccata manca di decisione e per Vicario è una comoda parata.
SECONDO TEMPO
Gakpo dolorante dopo la conclusione vincente viene sostituito da Jota.
Il Tottenham inizia benissimo ma un Allison maestoso gli nega per ben due volte la gioia del vantaggio. Scongiurato questo assalto la partita torna su ritmi normali e non sembra neppure che siamo in 10 uomini, visto che continuiamo a proporre e macinare gioco.
Purtroppo però sul finire del sessantesimo avviene un ulteriore tremendo turning point: doppio giallo ravvicinato per Jota che ci lascia in 9 uomini. Klopp corre ai ripari inventandosi un 5-3, inserendo Alexander-Arnold, Konaté ed Endo; con l’uscita di Salah e Díaz, stremati dopo aver arato le rispettive fasce per 50 minuti in 10 uomini, rimaniamo ovviamente senza riferimenti offensivi.
E in questa situazione avviene il clamoroso: con anche 9 uomini teniamo alla grande difensivamente, non concedendo una parvenza di occasione al Tottenham. Dimostriamo così un carattere e un’organizzazione straordinaria, costruendo la nostra trincea ma non rinunciando, pur con ovvie immani difficoltà, a presentarsi nella metà campo nemica.
Al 95′ ci troviamo in zona offensiva e proviamo addirittura un’imbucata vincente: ci costerà caro, perché il Totthenam riparte in contropiede e, pur con un Liverpool ormai ripiazzato, trova il goal del vantaggio grazie ad uno sfortunatissimo autogoal di Matip.
Perdiamo una partita incredibile, in cui tutto ci è andato storto: le scelte arbitrali, la doppia espulsione e addirittura l’autogoal. Ma abbiamo dimostrato, come bene ha sottolineato Klopp a fine partita, che “mentality we showed was second to none”. È una prestazione che dimostra spavaldamente la forza di questo Liverpool.
Con la consapevolezza della nostra forza e a testa altissima, Giovedì ospiteremo l’Union Saint Gilloise ad Anfield per la seconda partita del girone di Europa League.
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