Un pomeriggio, quel pomeriggio

Il Liverpool si appresta ad inaugurare il 2024 ospitando il Newcastle ad Anfield.

Probabile fosse al St. James Park che il prurito divenne intenso. Salvati da Allison, da una traversa, i Reds si scoprirono, nel morire di quel pomeriggio, capaci di un’impresa che li lanciò nell’orbita di un pensiero ubriacante.

Accadde quando, in un modo ‘Michaelowenesco‘, ricordando a tutti una doppietta fantastica rifilata da ‘Michelino’ Owen all’Arsenal, in una indimenticabile finale di FA Cup di inizio millennio, venuta nel giro di due minuti, quando le lancette dell’orologio avevano superato il minuto novanta, Darwin Núñez, uscito fresco fresco dalla panchina una manciata di minuti prima, ammutolì la Toon Army con un uno due terrificante. Iniziò tutto quel pomeriggio.

Quando, con quei due minuti di furore assoluto, un pizzico di fortuna di quella che solo le grandi squadre figlie di dinastie posseggono, e tanto coraggio, e dopo aver resistito all’assalto del Newcastle, il Liverpool rimise ogni cosa al suo posto. Regolando i conti di qualche mese prima con la formazione bianconera capace di soffiare ai Reds il quarto posto utile per la qualificazione per la Champions League. Un centinaio di giorni dopo, ogni cosa pare totalmente ribaltata e tornata alla normalità più assoluta. Il Newcastle, sgonfiato da una eliminazione nei gironi di Champions League avvenuta in maniera rocambolesca, il termine giusto sarebbe derubato, ma questa è un’altra storia, appare in caduta libera. E il Liverpool, invece, vola. Altissimo.

Guardando dall’alto un avversario che ai nastri di partenza del torneo sembrava essere diventata, per incanto, la terza forza del torneo. Ai danni proprio dei ragazzi di Klopp, partiti invece tra mille dubbi legati ad un rinnovamento più che improvviso e tutto da verificare. Galeotta fu la doppietta del colosso uruguagio, galeotta quella parata di Allison che ancora tutti abbiamo negli occhi, galeotta la sbarra trasversale a protezione di un pomeriggio nel quale ogni cosa ebbe inizio.

I pronostici, si sa, soprattutto dalle parti dell’isola di Albione, sono fatti per essere smentiti immediatamente. Archivieremo quindi il rovescio casalingo subito contro il niente affatto irresistibile Nottingham Forest delle “gazze”, e la contrapposta vittoria dei Reds al Turf Moor, vittoria che poteva essere larghissima e che risultò essere oltremodo sofferta. Anche perché, e la cabala ha sempre il suo perché, il Newcastle non vince ad Anfield da un trentennio, e lo scorso anno subì una sconfitta rocambolesca dopo aver dominato per larghi tratti. Umili e famelici i Reds. Come quel pomeriggio, al St. James’ Park, lo spartiacque, forse, di una stagione che conobbe il suo inizio negli ultimi istanti di quella partita.

Umili e memori di un Boxing Day nel quale scartarono un regalone che un babbo natale munito di martello, mise sotto l’albero di Anfield. La sanguinosa sconfitta, inattesa, di un Arsenal non nuovo a rovesci disastrosi ed improvvisi. Nuovo anno vecchio Liverpool. Magari lo stesso di quel pomeriggio del St. James’ Park. Perché non si butta mica tutto, dell’ anno che va via. Anzi.

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3 risposte a “Un pomeriggio, quel pomeriggio”

  1. Avatar Fabrizio Speciale
  2. Avatar Armando
  3. Avatar Mattia D' Alessandro

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