Scacciate le Bees

Il Liverpool espugna il Brentford Community Stadium, surclassando per 1-4 uno degli avversari più insidiosi degli ultimi anni per Klopp e compagnia: il caro Brentford di Thomas Frank.

Recuperati Salah, Bradley ed Endo, ma persi – e purtroppo non per poco – Alexander-Arnold e Szoboszlai, questa è stata la formazione schierata da Klopp:

Pronti, partenza, via e già i primi dieci minuti fanno presagire il solito Brentford – Liverpool degli ultimi anni, con i Reds che dominano la metà campo avversaria, mentre le Bees reattive ad approfittare di ogni pallone riconquistato a centrocampo con dei contropiedi fulminei.

I due approcci premiano entrambe le squadre, facendo prima sfiorare il goal del vantaggio a Conor Bradley, che dopo un assolo in area di rigore conclude con un tiro di esterno parato da Flekken, e poi a Ivan Toney, che strozza troppo il suo mancino con una rasoiata un po’ fiacca, mancando la porta a portiere quasi battuto.

Eppure, a finalizzare concretamente il contropiede per primo è il Liverpool, che al 34’ sfrutta un calcio d’angolo battuto malino da parte dell’avversario per lanciare in porta le sue frecce. Ad avventarsi sul rinvio lungo è infatti Diogo Jota, che con un tocco di testa tanto lieve quanto furbo e funzionale, manda in porta Núñez, il quale, tu per tu con Flekken e affiancato da un solissimo Jota, decide di fare la cosa più difficile, scavalcando il portiere con il pallonetto. Questa volta il pallone non si stampa sulla traversa e finalmente verrebbe da esclamare: “Abemus gol ‘facile’ di Darwin”.

L’urguaiano non sbaglia sotto port

Finisce uno a zero dunque un primo tempo alquanto vivace e dinamico, nel quale si segnala un Robertson in netta ripresa, un Bradley che ormai sta diventando una certezza assoluta e un MacAllister più offensivo e ispirato dal giocare fra le linee. Unica nota alquanto negativa di un primo tempo vivace, dinamico e che ci vede in vantaggio, è il doppio infortunio verso i minuti finali, che ha visto uscire dal campo prima Jones e poi, addirittura in barella, lo stesso Jota. Ci auguriamo tempi più brevi di quel che si teme e una serena guarigione a due dei giocatori più determinanti degli ultimi mesi. 

Uscito anche Darwin per un problema minore, il Liverpool apre i secondi 45 minuti con il ritorno in campo dell’Egyptian King. Entra Salah e la difesa del Brentford inizia a scricchiolare, a tremare dalla paura, a perdere lucidità.

Proprio da lui, infatti, nascono tutte le nostre azioni più pericolose del secondo tempo. L’egiziano, dopo essersi divorato il goal del due a zero tu per tu con il portiere, si fa perdonare servendo dalla destra MacAllister, che, saltando Ajer a ridosso dell’area piccola con un tocco delizioso, batte Flekken siglando il due a zero per i Reds.

Altra grandissima partita dell’argentino

Tuttavia, il secondo tempo dell’egiziano, che quasi richiama quello disputato contro il Newcastle, è appena iniziato. Al 67’, infatti, sempre lui raccoglie la spizzata di Gakpo per involarsi verso la porta e battere nuovamente Flekker, dopo un dribbling un po’ carambolesco ai danni del povero Ajer.

Un goal ed un assist al rientro dall’infortunio

3-0 e partita in tasca, ma Klopp continua a tenere alta la concentrazione dei suoi, sbracciandosi nervosamente e, aggiungerei, giustamente. Cinque minuti dopo infatti arriverà il goal che tiene in vita le poche speranze del Brentford e le ansie dei tifosi Reds, grazie a Reguilón che, raccogliendo il passaggio dalla destra di Wissa in area di rigore, propizierà la ribattuta di Toney sulla gran parata di Kelleher.

Un campanello d’allarme indispensabile per riattivare la concentrazione in fase non possesso e spingere nuovamente sull’acceleratore durante le ripartenze per i nostri. Dalla spazzata precauzionale di Gomez nasce infatti quel che Roggero definirebbe “l’ombrellino nell’old drink”, ossia il goal del 4-1 definitivo di Gakpo, il quale sfrutta il doppio errore individuale della difesa delle bees per battere col mancino il malcapitato Flekken.

Decima rete stagionale per l’olandese

Altra, o meglio, ennesima, partita stagionale risultata assai più semplice di quanto fosse in realtà, per merito nostro. È doveroso, nel trarre conclusioni da questa partita, ribadire ulteriormente l’impatto “colossal” che ha avuto il ritorno in campo di Salah. Ho sempre pensato che la sua vera forza sia l’intensità e ancor di più la costanza, più che la qualità (comunque eccelsa), che riesce a raggiungere mentre attacca le difese.

Una minaccia fissa, che non si perde in giocate barocche o fine a sé stesse, rimanendo sempre focalizzata su come segnare o far segnare, come e dove posizionarsi per approfittare di un errore avversario o di un lancio da parte di un compagno. La sua sola presenza, ha rinvigorito ulteriormente un Liverpool comunque già in partita e terrorizzato la difesa avversaria in ogni singola azione e il fatto che noi tifosi siamo riusciti a non sentire la mancanza di un campione di tali dimensioni, fa luce sulla reale forza del Liverpool di quest’anno. 

Battuto, anzi, distrutto dunque uno degli avversari di medio-bassa classifica più ostici, e visti i fatti fra Manchester City e il Chelsea, i Reds mantegono il primato.

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2 risposte a “Scacciate le Bees”

  1. Avatar Armando
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